Radon: approvato il piano nazionale d’azione 2023-2032

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Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il piano nazionale d’azione per il radon 2023-2032.

Cos’è il Radon

Il radon è un gas nobile radioattivo naturale. È invisibile, inodore, incolore e insapore ed è un prodotto
intermedio del decadimento di elementi radioattivi che si trovano nel suolo, nell’acqua e nei materiali
da costruzione.

Poiché è un gas, il radon può facilmente uscire e accumularsi nell’aria, all’aperto si diluisce e si disperde, ma all’interno, in ambienti chiusi, si concentra soprattutto quando la ventilazione degli edifici non è sufficiente.

Il maggior contributo alla concentrazione di radon indoor proviene dal suolo, dal quale penetra all’interno degli edifici.

Se inalato, i suoi prodotti di decadimento possono accumularsi sulle cellule dell’epitelio bronchiale e possono dare origine a processi di cancerogenesi.

Il radon è stato classificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel Gruppo 1 delle sostanze cancerogene per le quali vi è la massima evidenza di cancerogenicità.

Il Piano d’azione

Il piano nazionale d’azione per il radon è stato adottato ai sensi dell’art. 10, comma 1, del decreto legislativo 31 luglio 2020, n. 101 e individua quanto previsto dall’art. 10, comma 2, del decreto legislativo n. 101 del 2020 e dall’allegato III allo stesso decreto legislativo.

Il Piano, in conformità con le disposizioni normative nazionali e comunitarie contiene gli obiettivi per affrontare i rischi a lungo termine dell’esposizione al radon nei luoghi di lavoro e nelle abitazioni. Esso descrive la linea d’azione nazionale e fornisce agli esperti e ai cittadini interessati informazioni sulla strategia italiana per ridurre l’esposizione della popolazione al radon. Agisce su tre macro aree strategiche, declinate in azioni, a loro volta articolate in attività.

Le azioni indicate dal Piano mirano a ridurre il numero dei casi di tumore polmonare causati dall’esposizione al radon e ai suoi prodotti di decadimento.

Per raggiungere questo obiettivo, devono essere individuati luoghi di lavoro e abitazioni con elevata concentrazione di radon e devono essere adottate misure per prevenire e ridurre la concentrazione di radon indoor.

Entro ventiquattro mesi dall’entrata in vigore del Piano Le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano devono individuare le zone, dette “aree prioritarie” in cui il livello di riferimento di 300 Bq/m3 è superato nel 15% di edifici e all’interno delle quali si devono definire le priorità d’intervento.

Il Piano fornisce elementi per l’individuazione delle aree uniformando strategie e metodologie per le campagne di misurazione sul territorio nazionale e fornendo una mappatura della radioattività naturale potenziale del territorio nazionale su base geologica.

Il Piano dovrà essere aggiornato con cadenza almeno decennale.

Fonte: Gazzetta Ufficiale italiana

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