Valutazione del rischio delle cadute in piano

Secondo un rapporto dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (Eu-Osha), le cadute in piano comportano il maggior numero di infortuni in tutti i settori lavorativi, incluso il lavoro in ufficio, e costituiscono il motivo delle principali assenze dal lavoro superiori ai tre giorni, specialmente nelle piccole e medie imprese. Anche nel nostro Paese questa statistica segue l’andamento europeo e le cadute in piano rappresentano la terza causa di incidente di tutti i comparti produttivi, con circa il 15% del totale degli infortuni di cui sono note le cause. Questa tipologia di incidente può assumere talvolta conseguenze anche gravi, con assenze lavorative di 38 giorni, una durata media inferiore solo alle cadute dall’alto e agli infortuni per impiglio/aggancio.

Un progetto Inail Campania – Università Federico II per divulgare studi e ricerche scientifiche

Parte da questi dati di scenario l’analisi contenuta in un recente studio realizzato dalla Direzione regionale Campania dell’Istituto, che apre le pubblicazioni del progetto Ras, Ricercare e Applicare in Sicurezza. L’obiettivo è quello di fornire agli operatori tecnici e professionali una serie di manuali operativi su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro per divulgare i risultati di studi e ricerche scientifiche sul miglioramento delle condizioni di lavoro in diversi contesti produttivi. Il programma di ricerca è condotto dal Laboratorio di ergonomia applicata e sperimentale del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, in collaborazione con la Contarp (Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione) regionale Inail.

Analisi socio-economiche e criteri per la valutazione dei rischi

La pubblicazione è suddivisa in due parti. Nella prima, i professionisti Inail e i ricercatori dell’ateneo federiciano, insieme ad altri esperti, si soffermano sui dati socio-economici degli infortuni da scivolamento e caduta in piano. Ad esempio, viene calcolato che I costi totali (diretti e indiretti) degli infortuni da cadute in piano ammontano a circa 370 milioni di euro l’anno. Volendo provare a ridurli, almeno del 10%, si otterrebbe un risparmio annuo di 9 milioni. Vengono poi esaminati gli approcci multifattoriali, passando in dettaglio le norme tecniche e di prevenzione contenute nel decreto 81/2008 e s.m.i.. Viene analizzata la sicurezza antincendio e approfondite le interazioni tecnico-giuridiche. Sono infine indicati i criteri di valutazione del rischio, con un’analisi della letteratura tecnico-scientifica in tema e la disamina dei principali fattori (tecnici, architettonici, lavorativi e umani) da tener presenti in caso di rischio da scivolamento e inciampo. A chiudere, nella seconda parte, i protocolli per la misura, strumentale e non, della valutazione.

Una collana di sei pubblicazioni, con un focus sul rischio ergonomico in vari comparti.

Il fascicolo sulla valutazione del rischio di caduta in piano è il primo ad essere realizzato all’interno del progetto Ras. A seguire, è stata pianificata una pubblicazione sul rischio architettonico negli ambienti di lavoro, mentre i quattro volumi che usciranno successivamente analizzeranno il rischio ergonomico nella grande distribuzione organizzata, nel lavoro d’ufficio, nella produzione agricola e nell’industria alimentare.

Fonte: Inail

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Per approfondire:

Dal sito dell’Inail – Valutare il rischio di caduta in piano – La pubblicazione scaturisce dal progetto RAS (Ricercare e applicare la sicurezza) promosso da Inail/Direzione regionale Campania e l’Università degli studi di Napoli Federico II.